Domenica, 18 Ottobre 2009 13:39

Torna Carlo Lapucci con "Il libro delle paure"

Scritto da  Gerardo

Carlo Lapucci, Il libro delle paure. Racconti popolari di diavoli, fate e fantasmi, l'inevitabile completamento della grande trilogia di "Fiabe toscane di maghi, fate, animali, diavoli e giganti".
Nel seguito, alcuni scritti di presentazione.
Buona lettura!



I racconti di paure sono il necessario e forse più accattivante completamento di una raccolta di favole. Anche se l’umanità finirà un giorno a vagare tra le galassie, si racconteranno sempre alcune di queste storie dalle radici millenarie, patrimonio di tutti i popoli.
Dopo il successo dei due volumi di "Fiabe toscane di maghi, fate, animali, diavoli e giganti", Carlo Lapucci attinge ora al repertorio che in Toscana costituiva la “veglia dei grandi”. Le fiabe vere e proprie erano infatti riservate alla prima parte; finito il vino dolce e le castagne i bambini più piccoli andavano a letto e cominciava la veglia delle paure, storie nate per mettere addosso i brividi, come oggi abbiamo i gialli o i film dell’orrore. Le situazioni, le figure erano diverse, ma se qualcuno ha l’abilità di grattare un po’ la vernice, sotto molte storie nuove ritroverà gli schemi e la materia di quelle vecchie. La tematica vera è sempre l’ignoto, ciò che l’intelligenza allibita tenta d’acchiappare in una corsa senza fine, ricercando un tesoro incantato, le tracce d’un rito misterioso, l’apparizione d’un spettro, le imprese del Lupo Mannaro o dei Tempestari, le visite delle Anime del Purgatorio, le malie delle Streghe, i balli delle Fate…
Ecco perché sotto il nostro Diavolo c’è il mostro Tuchulcha degli Etruschi, o perché nel film "2001 Odissea nello spazio" l’immenso computer Hal, lascia come ultimo ricordo l’ancestrale filastrocca: "Giro, giro tondo…".


Balla piano e parla forte:
siamo tutte anime morte!
Parla forte, balla piano:
carne ed ossa non abbiamo!


È il canto degli spettri in una antica storia di fantasmi, contenuta, insieme a molti altri racconti fantastici e terrificanti, ne "Il libro delle paure. Racconti popolari di diavoli, fate e fantasmi" di Carlo Lapucci (ed. Sarnus, pp. 288, euro 15). L'autore, dopo il grande successo del suo "Fiabe toscane", torna a raccontarci le storie della tradizione popolare, concentrandosi questa volta su fate, fantasmi, lupi mannari e creature del folklore che per secoli hanno spaventato grandi e piccini della nostra penisola.
Le "paure" di Lapucci sono quelle entità dell'immaginario collettivo come i fantasmi, gli spiriti, le anime vaganti che si aggirano tra paludi, brughiere e naturalmente vicino ai cimiteri. Ma col termine "paure" ci si riferisce anche a quelle particolari storie, generalmente brevi, che un tempo si usava raccontare a tarda notte. La veglia invernale, racconta Lapucci, era una tradizione ben consolidata (basti pensare al "filò" dei veneti) in cui, dopo cena, si parlava del più e del meno, scambiandosi aneddoti e storie di paese. Ma più tardi, una volta messi a letto i bambini, si iniziavano a scambiare racconti di fattucchiere, spettri, filtri magici: i personaggi di queste storie, tramandate oralmente, sono spesso rimasti impressi nell'immaginario collettivo. Sono vicende magiche, a volte agghiaccianti, altre divertenti, che racchiudono in sé tradizioni, credenze e saggezza popolare della civiltà dei nostri avi.
Carlo Lapucci, uno dei massimi esperti italiani di cultura popolare, ha al suo attivo numerose pubblicazioni sul tema, nonché la collaborazione con la Rai e con diverse testate nazionali. "Il libro delle paure" rappresenta la continuazione del minuzioso lavoro di raccolta di fiabe della tradizione orale che Lapucci aveva iniziato con il doppio volume "Fiabe Toscane", rivelatosi un vero best seller.


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